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Razzo Vega

Il programma principale a cui lavora Avio è il lanciatore europeo per carichi leggeri Vega.

Il razzo è composto da quattro stadi, i primi tre dotati di motori a propellente solido e l’ultimo che sfrutta la propulsione liquida. È alto complessivamente 30 metri, con un diametro massimo di 3 metri. Il carico massimo trasportabile è di 1.500 kg in orbita polare a una quota di circa 700 km.

Il volo inaugurale del Vega è avvenuto nel febbraio 2012. In seguito al successo di questo primo lancio, il progetto ha assunto sempre maggiore importanza e il nuovo lanciatore ha effettuato 18 voli, mettendo in orbita diversi tipi di carichi, compresi numerosi micro- satelliti per diversi clienti privati, istituzionali e governativi. Con la missione VV04, il Vega ha messo su traiettoria sub-orbitale lo IXV (Intermediate eXperimental Vehicle), prototipo dello spazioplano riutilizzabile europeo Space Rider.

Attualmente all’interno del programma spaziale Vega, Avio è prime contractor per la produzione dei lanciatori di nuova generazione:

  • Vega C, il cui lancio di qualifica è programmato per il 2022;
  • Vega E, per il quale sono iniziate le attività di studio preliminare e condotti i primi test di un prototipo del motore a ossigeno-metano liquido M10 a scala ridotta nel 2018 e di un prototipo full-scale nel 2020. Il lancio di qualifica è programmato per il 2025.

In questo contesto europeo, l’Italia è senz’altro uno dei protagonisti di questa nuova sfida. Quale è il ritorno per il nostro paese?

Vega è un progetto che nasce in Italia e che è stato fatto proprio dall’Agenzia Spaziale Europea, che lo ha ritenuto di interesse strategico. Oggi l’Italia sostiene il programma di sviluppo con il 65% dei finanziamenti, seguita dalla Francia con circa il 12,5%. Allo sviluppo di Vega partecipano con quote minori anche Spagna, Svezia, Svizzera e Paesi Bassi.

Dal punto di vista industriale i ruoli chiave sono giocati da società italiane: la ELV, una società per azioni a cui partecipa il gruppo Fiat e l’Agenzia Spaziale Italiana, è responsabile dello sviluppo del lanciatore nel suo complesso. La FiatAvio, del gruppo Fiat, è invece responsabile dello sviluppo del primo stadio, il P80, una versione rivista dei razzi booster degli Ariane 5, che utilizzano lo stesso tipo di propellente. Lo stadio P80 costituirà di fatto anche un banco di prova per lo sviluppo di nuovi booster per l’Ariane5, chiudendo il cerchio. Inoltre il team responsabile del progetto risiederà in Italia, presso ESRIN, la sede di Frascati dell’Agenzia spaziale Europea.

Il primo volo di Vega è previsto per la metà del 2006. Ma che genere di satelliti lancerà?

C’è oggi la possibilità di sviluppare satelliti scientifici per l’astronomia e per l’osservazione della Terra di dimensioni piuttosto ridotte. Mettere in orbita satelliti sui 1500 kg con un lanciatore come Ariane 5 è talmente dispendioso da precludere il lancio alle piccole-medie imprese o alle Università e agli enti di ricerca.

Vega cerca di cogliere queste nuove possibilità e, al tempo stesso, di stimolarne la crescita. Mentre oggi per mettere in orbita un piccolo satellite si è costretti ad acquistare un lancio con un vettore americano o con un vettore russo, Vega garantisce all’Europa, cioè alle imprese e agli enti europei, un accesso allo spazio indipendente e a basso costo. Il costo del lancio, infatti, dovrebbe essere circa il 15-20% in meno di un lancio con un vettore americano.

Finora sono stati individuati già 13 potenziali lanci di satelliti che hanno le caratteristiche giuste per Vega. In generale si suppone di utilizzare Vega per almeno 3-4 lanci all’anno, indipendentemente dal mercato. In più si aggiungono i lanci commerciali, la cui frequenza oggi è più difficilmente prevedibile, perché dipende dall’andamento del mercato stesso.

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